Si elegge il Presidente della Repubblica; sono presenti tre
forze politiche che hanno ottenuto tutte più o meno lo stesso numero di
consensi dalle elezioni. Il PD però possiede la maggioranza dei grandi elettori
e la maggioranza alla Camera dei Deputati: al PD tocca fare la prima mossa!
Il PD parte giustamente dal presupposto che il Presidente
della Repubblica deve essere una figura il più possibile condivisa da tutte le
parti politiche. È anche chiaro però che sarà difficile individuare una persona
che metta d’accordo contemporaneamente PDL e M5S.
Il PD decide di dialogare prima con il PDL, per due motivi
politicamente abbastanza comprensibili:
1. lo fa in previsione della possibilità di accordarsi con
lo stesso PDL per dare un Governo al paese, visto che il M5S non ha mai
accettato la possibilità di un’alleanza di Governo;
2. lo fa perché il M5S non ha ancora proposto un candidato
condivisibile, perché fino ad un giorno prima dell’elezione i primi due
candidati sono ancora la Gabanelli e Strada, sicuramente un po’ troppo fuori
dalle dinamiche istituzionali.
Si decide quindi per Marini; nel frattempo il M5S propone
Rodotà, ex presidente del PDS, uomo di caratura internazionale, tecnico, spesso
al di sopra delle parti, sicuramente condivisibile da tutto il PD che però non
fa alcun commento su questa candidatura.
Si va a votare e Marini ne esce sconfitto: da qui in poi il
PD sbarella. A questo punto infatti, fallito il nome che avrebbe messo d’accordo
PD e PDL, si può convergere sul nome che metterebbe d’accordo PD e M5S: sarebbe
comunque una scelta che metterebbe d’accordo 2 delle 3 forze politiche
parlamentari, che rappresentano più del 50% degli elettori italiani. Più
condiviso di così…
Ma no! Il PD prima vota scheda bianca, poi propone Prodi,
ossia passa dalla massima condivisione alla scelta più particolare possibile: è
come se il PDL proponesse Berlusconi. Propongono il loro candidato scavalcando
totalmente l’idea di eleggere una figura condivisa, senza spiegare in alcun
modo il perché.
Prendono questa decisione all’unanimità, e poi quegli stessi
unanimi in aula si spaccano, e Prodi è bruciato.
Bersani si dimette, la Bindi pure… sembra scontato ora
convergere su Rodotà, visto che Grillo ha aperto anche ad un Governo con il PD.
Sarebbe l’occasione per il PD di avere un’altra possibilità e giocarsela in
Parlamento, cercando di recuperare consensi con un po’ di buon Governo.
Macchè! Niente, si comincia a dire che Rodotà non piace, che
dividerebbe il Paese!! E si riparla di Amato o D’Alema.
A questo punto il PD ci deve spiegare il perché di tutto
questo! Ha gestito la situazione in modo da perdere il maggior numero di voti
possibili, autodistruggendosi: e questo sarebbe il partito capace di Governare
un paese.
Sembra stiano sempre a guardare a Berlusconi, a cercare il
suo consenso e a cercare il modo di far sembrare tutto questo una scelta
obbligata.
Ma il bluff è stato scoperto, perché Grillo ha proposto un
Governo dopo Rodotà.
Allora perché? Perché Violante ci tiene così tanto a dire ad
alta voce che loro Berlusconi non l’hanno mai contrastato, ma anzi l’hanno
aiutato?
Per caso Berlusconi vi tiene per le palle? Sa delle cose che
vi distruggerebbero?
Oppure, ancora peggio, da vent’anni cercate la
legittimazione dell’elettorato italiano come nuova forza moderata e riformista
provando ad ottenere l’approvazione delle forze di destra conservatrice?
Da vent’anni ancora non siete riusciti a staccarvi dal
Partito Comunista e a darvi una nuova linea…