La recessione che stiamo attraversando adesso è stata causata
sicuramente dalla crisi finanziaria del 2008, ma bisogna stare attenti ad
imputare tutto quello che sta succedendo a quello “sfortunato episodio”. In
questo modo, infatti, si rischia, come sta in effetti succedendo, di
intervenire solo a livello microscopico, cercando di tappare le falle in attesa
di questa fantomatica luce in fondo al
tunnel che tutti i governanti ci stanno promettendo e aspettando, senza
guardare all’insieme dei fenomeni che de 20 anni ormai stanno coinvolgendo il
mondo intero.
In pochi hanno finora fatto veramente notare che la crisi
del 2008 fa solo parte di un fenomeno molto più grande, sia a livello spaziale
che temporale, che ci condizionerà la vita per decenni ancora, se non se ne
interrompe il flusso: è il fenomeno
della convergenza, causato direttamente dalla globalizzazione (fenomeno di cui
i grandi economisti che ci governano non parlano per niente).
Grazie alla globalizzazione, infatti, si sono aperti tutti
i mercati, a livello globale: quelli finanziari, quelli dei beni di consumo,
quello del lavoro. Qual è stata la prima
cosa che hanno fatto le imprese dei paesi sviluppati? Andare a produrre nei
paesi in via di sviluppo, dove il costo del lavoro è quasi nullo, non si è
costretti a rispettare i lavoratori ed a garantire loro i diritti di base, ma
anzi li si può sfruttare tranquillamente; non si è costretti a rispettare
l’ambiente, visto che non ci sono norme in tal senso. Una volta prodotto a costo bassissimo in Cina, India, ecc., si può
tornare a rivendere allo stesso prezzo di sempre, o magari leggermente
inferiore, in Europa o in USA.
La domanda nasce spontanea: ma se chiudete gli stabilimenti in Europa per andare a produrre in
Cina, poi in Europa chi ve li compra i prodotti, se sono tutti disoccupati?
Esagerati!!! – vi risponde qualcuno – prima di tutto il
processo è graduale, quindi non è che da un giorno all’altro tutti gli italiani
sono disoccupati, poi chi perde il lavoro può trovarne un altro, o nascono
nuove professioni. Secondo, una parte dei prodotti li vendiamo proprio in quei
paesi dove produciamo, dove portiamo lavoro, sviluppo e reddito!!
Quindi la globalizzazione porta sviluppo e convergenza,
cioè fa convergere i paesi poveri verso quelli ricchi! Che bello!! Salvo tre
piccoli particolari:
1- per gli economisti teorici classici la convergenza era
un fenomeno unilaterale: i paesi poveri un giorno avrebbero cominciato a
crescere fino a raggiungere quelli ricchi, che non si muovevano dal loro
livello di ricchezza. La realtà invece ci sta facendo scoprire che la convergenza è bilaterale: i paesi
poveri diventano più ricchi, e i paesi ricchi diventano più poveri, e il
processo continuerà finchè tutti saranno allo stesso livello (quando? E a che prezzo?)
2- il processo di
convergenza che noi stiamo confondendo con la crisi del 2008 è un processo
veloce e violento, che sta arricchendo troppo velocemente e
disordinatamente i paesi poveri e con la stessa velocità e disordine sta
impoverendo i paesi ricchi. In Italia la disoccupazione è cresciuta tanto
velocemente negli ultimi anni, tanti
disoccupati significa malcontento e tensione sociale, e tante persone costrette ad abbassare improvvisamente il
proprio tenore di vita senza che nessuno gli spieghi il perché.
3- allo stesso tempo paesi come Cina e India stanno crescendo a velocità inaudita, e per crescere
stanno distruggendo il proprio tessuto sociale e culturale, stanno
permettendo violazioni dei diritti umani e dei diritti dei lavoratori. E stanno
distruggendo e inquinando il proprio ambiente, e se paesi grandi come Cina e
India cominciano a creare problemi ambientali, beh, è un problema per tutto il
mondo, non solo per loro.
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