La
situazione economica, sociale e politica del nostro paese, l’Italia, agli
occhi di molti giovani della nostra generazione appare completamente
distrutta e quasi irrecuperabile, tante sono le falle che presenta praticamente
in tutti i settori che compongono il tessuto nazionale. Corruzione,
inquinamento ambientale, lavoro nero, non garanzia dei diritti fondamentali,
inefficienze, evasione fiscale, sprechi, mancanza di competenze a livello
politico e amministrativo, mancanza di cultura civica sono solo alcuni degli
aspetti che creano un circolo vizioso che sembra impossibile da spezzare, o che
quantomeno ti dà l’idea di non sapere da dove cominciare.
Di fronte a questa situazione c’è chi propone di uscire dall’UE: di fronte a questa
eventualità mi viene da pensare “come può un paese così dipendente dal resto
d’Europa e del mondo come l’Italia uscire di colpo dall’UE?”. Ci
ritroveremmo in una situazione veramente drammatica, come una nave che affonda,
con i mercati finanziari che farebbero crollare in pochi giorni il valore della
nostra moneta, dei nostri titoli di stato e delle azioni delle nostre imprese.
Uscire dall’Unione
Europea è possibile, ma per farlo bisogna cominciare da subito a lavorare
per riconquistare la nostra autonomia, agendo sui fattori che ci rendono
maggiormente dipendenti, tra cui:
Se la nostra classe dirigente cominciasse un lavoro del
genere veramente, da qui a 10-15 anni potremmo aver riguadagnato la nostra
indipendenza strutturale, e a quel punto ci sarebbe indifferente rimanere in UE
o uscirne.
Ma finché le cose
andranno così, saremo sempre più dipendenti dalle altre forze europee, e la nostra sola strategia sarà sempre solo
quella attuata finora dai nostri politici, che si basa sulla possibilità di
ricattare paesi come la Francia e la Germania, facendo loro presente che se
falliamo noi fallisce tutta l’Europa e finiamo tutti in un enorme buco nero.
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