Le Piccole e Medie Imprese italiane sono allo stremo: soffrono la concorrenza dei paesi esteri e delle stesse grandi imprese italiane che vanno a produrre all'estero commettendo concorrenza sleale, non riescono a riscuotere i crediti dalle Pubbliche Amministrazioni, sono strozzate dalle tasse e non riescono più ad ottenere finanziamenti dalle banche.
Nel nord-est molti imprenditori con l'acqua alla gola finiscono nelle mani di finanziarie gestite da ramificazioni della camorra napoletana e casertana, come mostrato in maniera veramente incredibile da Presa Diretta.
In questa situazione il governo continua a galleggiare e tirare avanti senza neanche sfiorare il problema e lo stesso fa la Banca d'Italia. C'è bisogno che le Imprese italiane comincino a fare da sole, a livello regionale o provinciale, meglio se con il supporto degli enti locali.
Una soluzione d'emergenza c'è: creare una moneta parallela all'euro. Ne esistono più di cento in tutta Europa, ed in Italia c'è già da qualche anno l'iniziativa di Arcipelago Scec e diverse altre forme di moneta alternativa.
In altre parole, gli imprenditori in difficoltà, i loro lavoratori, una buona quantità di fornitori e di commercianti dovrebbero unirsi in cooperativa e stampare una nuova moneta, che si distribuiscono tra di loro e che vale solo per loro. Tutti gli aderenti si impegnano ad accettarne una quota sui prodotti che vendono, in modo da ridurre il prezzo in euro.
I lavoratori quindi prendono una quota del loro stipendio in nuova moneta, riducendo il monte stipendi della propria impresa. I fornitori ne accettano una quota per i propri prodotti, riducendo il costo delle forniture per le imprese stesse. I commercianti fanno lo stesso riducendo il prezzo dei prodotti che arrivano sul mercato e che quindi possono tornare a competere con i prodotti che vengono dall'estero.
Allo stesso tempo tutte le famiglie dei lavoratori, degli imprenditori, dei commercianti e dei fornitori si devono impegnare a comprare solo ed esclusivamente i prodotti degli aderenti alla cooperativa, potendo beneficiare di uno sconto considerevole in euro derivante dall'introduzione della nuova moneta.
E' l'ultima spiaggia e dimostra quanto sia importante per un Paese mantenere la propria sovranità monetaria in momenti di crisi, anche se questa crisi si sarebbe potuta evitare se i nostri governanti fossero stati più preparati ed interessati, agendo sulle riforme strutturali e sulla ristrutturazione della spesa pubblica e del sistema fiscale.
Accanto a ciò poi sarebbe ora che le autorità cominciassero a sensibilizzare i cittadini italiani a comprare il più possibile prodotti italiani, ed abbiano il coraggio di invocare il Protezionismo, che in regime di concorrenza sleale è sacrosanto!!!