L'11 febbraio 2013 è stato presentato in Senato il rapporto "Politica e gioco d'azzardo: poche luci e molte ombre", preparato dal Coordinamento Nazionale Gruppi per Gioco d'Azzardo (CONAGGA) e riguardante i legami tra le lobby del gioco d'azzardo e la politica.
Anche se sono diversi mesi che se ne parla a vario titolo, è bene diffondere queste notizie perchè non tutti ne sono a conoscenza.
Non tutti infatti sanno che la SNAI finanziò la Margherita nel 2006 con 150.000 euro, l'UDC nel 2007 con 30.000 euro, i DS nel 2008 con 45.000 euro, la campagna elettorale di Alemanno nel 2008 con 60.000 euro, il Movimento per le Autonomie nel 2009 con 45.000 euro (tanto per citare le donazioni che devono essere obbligatoriamente certificate, ossia quelle sopra i 50.000 euro).
Non tutti sanno quanti politici siano passati al mondo del gioco d'azzardo: tra questi Augusto Fantozzi, da Ministro delle Finanze con Prodi a presidente della SISAL; o Vincenzo Scotti, 5 volte ministro con la DC poi sottosegretario con Berlusconi e poi presidente dell'associazione dei concessionari del Bingo (AISCOB), nonchè presidente della società Formula Bingo che lanciò il gioco in Italia.
E poi ancora, non tutti sanno che:
- la liberalizzazione del gioco d'azzardo on-line, fatta dal governo Berlusconi, è arrivata poco dopo che la Mondadori aveva acquistato il controllo del 70% della Glaming, un’azienda che opera appunto nel gioco d’azzardo on-line;
- la SISAL nel biennio 2009-2010, quando premier del governo era Silvio Berlusconi, aumentò le sue spese in pubblicità sulle reti Mediaset portandole a 17,7 milioni di euro contro il solo 1,2 milione di euro per pubblicità sulla Rai; così come fece la Lottomatica con 13,1 milioni di euro per Mediaset contro i 5,2 milioni per la Rai.
Tante altre sono le stranezze e gli aneddoti sospetti raccontati dal rapporto.
Una legge sul Conflitto d'Interessi, legata anche ad una norma che imponga massima trasparenza sulle donazioni ai partiti, serve proprio ad evitare tutto questo.
Pagine
sabato 16 novembre 2013
Cervelli che fuggono!!!
Secondo il rapporto Istat "Migrazioni internazionali e interne della popolazione residente", pubblicato a dicembre 2012, la quota di laureati tra tutte le persone che sono emigrate all'estero tra il 2002 al 2011 è cresciuta, passando dall'11,9% al 27,6%. Quindi più della metà degli emigrati degli ultimi dieci anni non è laureata.
In occasione delle celebrazioni per la Giornata Mondiale della Ricerca sul Cancro il Presidente Napolitano ha fatto ovviamente riferimento al fenomeno della fuga dei cervelli, ossia l'emigrazione di personale molto qualificato, in genere almeno laureati.
Perchè non si fa mai riferimento alla enorme fuga dei cervelli che non sono laureati, ma che sono comunque cervelli degni di questo nome e che tra l'altro sono la maggioranza?? Infatti secondo l'OCSE solo il 7,9% degli italiani con istruzione superiore è ufficialmente residente all'estero.
Di questi ci si preoccupa come segnale di un fenomeno molto preoccupante, perchè sarebbero quei cervelli unici in grado di far ripartire l'economia e sostenere l'Italia in quanto classe dirigente preparata e omogenea.
Ma di tutti gli altri che lavorano duro in tutto il mondo e che spesso vorrebbero che gli si desse un'opportunità di ritornare non si parla mai, come se non avessero importanza, tanto non hanno studiato...
Si dà per scontato che i non laureati non abbiano alcuna possibilità di lavoro in Italia; ci si preoccupa quindi, o meglio si fa finta di stupirsi che un laureato-qualificato non riesca a trovare un'occupazione e sia costretto ad emigrare.
Non c'è lavoro qualificato ma ce n'è ancor meno di non qualificato!! Qualcuno potrebbe rispondere che i cervelli dei laureati sono quelli più importanti per realizzare idee di impresa che creano lavoro non qualificato.
Certo!!! In un paese dove l'agricoltura non esiste più ed i lavori non qualificati si fanno fare agli stranieri perchè sono considerati di basso livello.
martedì 12 novembre 2013
Francesco e Matteo: Santi Subito!!
Papa Francesco e Matteo Renzi: semplicemente due segnali del tentativo di qualcuno di fregarci a tutti di nuovo, di far cominciare senza preavviso una Quarta Repubblica all'insegna del "Bisogna che tutto cambi affinchè tutto rimanga com'è".
Papa Francesco è il nuovo che avanza, il Papa povero, rivoluzionario e riformatore, tanto sostenuto ed acclamato anche dai nostri cari intellettuali di sinistra.
In realtà Francesco fin qui ha fatto e detto solo cose che sarebbe normalissimo che un Papa dicesse e facesse, ma forse in tutta la storia solo Papa Luciani era arrivato a tanto (essendo poi durato solo 33 giorni).
Forse la Chiesa prima di oggi non era veramente matura per affermare ed applicare pienamente i precetti dei Vangeli, non era veramente pronta a farsi guidare da un'anima candida, come poteva essere Albino Luciani.
Ma Francesco non somiglia a Papa Luciani. Tutto ciò che Francesco fa e dice sembra coscientemente studiato e preparato, sembra parte di una semplice strategia di Greenwashing, finalizzata a "ripulire" l'immagine tanto insozzata della Chiesa senza intervenire più di tanto sulla sostanza. Poi, ovviamente, è presto per parlare e si potrà giudicare più avanti.
Intanto, però, per Dario Fo Francesco "è il simbolo eccezionale del rinnovamento della Chiesa" ed è stato già in grado di "squarciare col proprio linguaggio e atteggiamento ogni veto"; per Silvia Ronchey Francesco è "un Papa di meravigliosa semplicità e di straordinaria raffinatezza" ed è "irresistibile per i media, ma il suo non è un messaggio mediatico";
Perfino per Beppe Grillo è un Papa da considerarsi molto coraggioso per aver scelto di chiamarsi Francesco, nonchè per essere il primo Papa low cost (abbastanza facile e doveroso se i soldi non ci stanno e le offerte dei fedeli-consumatori scarseggiano).
Francesco è il nuovo, dà speranza, è vincente; un pò come Matteo Renzi, nuovo e inaspettato Cavalluccio di Troia di una sinistra italiana che da troppo tempo attende un Vincente, un leader vero in grado di portarli alla vittoria (non un buon governante, quindi, questo non interessa). Un Mussolini, un Berlusconi anche per loro.
Uno che non ha niente da dire, che scarseggia nei programmi, nei contenuti e nei modi, che ha già perso le primarie una volta (negli USA chi perde le primarie spesso sparisce dalla scena politica), ma è Ganzo, è televisivo, è abbronzato, è giovanile, è in grado di procurare buoni ascolti (Bonolis era impegnato purtroppo). Uno che dà speranza, che invita a non mollare, proprio come il Papa all'Angelus, o come Maria De Filippi, o Gigi d'Alessio, o Marisela Federici.
Uno, sopratutto, che può essere sintesi di tanti interessi, che può distogliere l'attenzione dai problemi e dalle truffe perpetrate dalla classe politica grazie all'imposizione di un suo personaggio mediatico (come Berlusconi).
Di fronte alla crisi forse più grave della storia dell'umanità dopo il diluvio universale, la classe dirigente del nostro paese (sinistra, destra, Vaticano, Massoneria, lobby, avvocati, notai, commercialisti, economisti, ecc.) ci propone ancora una volta sogni e speranze; NO GRAZIE, a noi servono SOLUZIONI ed OPPORTUNITA', niente di più.
Ma la lezione l'abbiamo imparata???????????????? La smetteremo di credere ai cambiamenti di facciata?????
Iscriviti a:
Post (Atom)