Matteo Renzi ha promesso fin dalla campagna delle primarie l'abolizione delle Province, al fine di semplificare la macchina burocratica degli enti locali e sopratutto di garantire ingenti risparmi alle casse dello stato grazie al taglio dei costi della politica.
Ma già a novembre 2013 la Corte dei Conti smentiva il raggiungimento di tali obiettivi.
Infatti, la relazione redatta della Corte in occasione dell'audizione presso la commissione Affari Costituzionali (
leggi il testo integrale) afferma testualmente:
1- "la convivenza della Provincia e della Città metropolitana mette in dubbio l’effettiva realizzazione di risparmi ed anzi, venendo attivato un processo complesso di riorganizzazione, si profilano oneri per la finanza pubblica che la scheda tecnica (...) non prende in considerazione" (pag 3 righe 21-25);
2- Per quanto riguarda i risparmi derivanti dal taglio degli organi politici "è possibile stimare (...) un risparmio annuo oscillante tra i 100 e i 150 milioni di euro, a fronte di circa 8 miliardi di spesa corrente (al netto della spesa per il rimborso dei prestiti) erogati da tali enti" (pag 5, righe 12-16);
3- "con riferimento alle unioni di Comuni, (la legge - ndr) prospetta una riduzione della spesa in quanto non è più prevista la giunta, tra gli organi dell’unione. Invero, non si considera che (...) in luogo della giunta, è previsto il consiglio dell’unione, che è organo di più ampia composizione, comprendendo tutti i sindaci dell’unione, oltre a due consiglieri per ciascun Comune. Quindi si profila una maggiore incidenza degli oneri per il rimborso delle spese per l’attività fuori sede" (pag 8, righe 2-11);
La relazione conclude che:
1 - "Dal punto di vista finanziario il disegno di legge si basa sull’assunto della invarianza degli oneri in quanto si tratterebbe di un passaggio di risorse e funzioni dalla Provincia ad agli altri enti territoriali. Una costruzione, questa, il cui presupposto appare però tutto da dimostrare nella sua piena sostenibilità. Infatti, non appaiono convincenti anzitutto la contemporaneità tra la progressiva soppressione della Provincia (risparmi) e la istituzione della Città metropolitana (oneri) e in secondo luogo il relativo parallelismo quantitativo" (pag 8, righe 18-23).
2 - "Lo stesso testo del provvedimento, da un lato, prevede una certa sovrapposizione di funzioni tra i due organismi, dall’altro consente, al verificarsi di ipotesi di cui peraltro si potrà avere conto solo ex post (come le opzioni dei singoli Comuni), la sopravvivenza della singola Provincia, con ipotizzabili interferenze e necessari interventi degli enti territorialmente contigui" (pag 8, righe 24-28).
Sulla stessa linea la nota di lettura del Servizio di bilancio del Senato (Marzo 2014-
leggi il testo integrale) che afferma:
1- riguardo alla prevista coesistenza di città metropolitane e province nello stesso territorio, che "non sembra potersi escludere che la duplicazione degli enti possa determinare incrementi di spesa" (pag 3, righe 21-26).
2- "Ancora, si osserva che (...) il disegno di legge in esame, demandando allo statuto dell'unione di comuni la definizione del numero di componenti il consiglio dell'unione, potrebbe determinare un aumento del numero dei componenti" (pag 10, righe 1-5);
3- riguardo al precedente punto, la nuova legge prevede "l'innalzamento del numero degli assessori per i comuni fino a 3.000 abitanti e per i comuni tra 3.001 e 10.000 abitanti", anche se prevede che "i comuni interessati provvedano prima di applicare le nuove disposizioni a rideterminare con propri atti gli oneri connessi al fine di assicurare l'invarianza della spesa".
Quest'ultimo passaggio, anche se sembra garantire l'assenza di ulteriori costi, non esclude la possibilità di tagliare altre voci di spesa dei bilanci dei comuni per assegnare nuove poltrone.
E' importante conoscere e diffondere queste informazioni, visto che l'Italia è un paese in cui agli esponenti del governo viene permesso di presentarsi ai mass media dicendo tutto e il contrario di tutto, come in questi casi: