venerdì 11 aprile 2014

Italicum: è possibile fare di meglio?

Dopo la lunga discussione degli ultimi mesi, tutti sappiamo più o meno come funziona la nuova legge elettorale Italicum proposta dal Governo Renzi, ma è sempre meglio ricapitolare:

  • l'Italicum impone 3 soglie di sbarramento: una coalizione di partiti deve raggiungere almeno il 12% dei voti per entrare in Parlamento; allo stesso modo i partiti che la compongono devono superare il 4,5%, mentre un singolo partito che si presenta da solo deve superare l'8%;
  • il partito o la coalizione che superano il 37% dei voti ottengono automaticamente un premio di maggioranza che li porta ad avere 340 seggi alla Camera (54%) dando loro la possibilità di governare;
  • per stabilire il superamento o meno della soglia del 37% vengono calcolati anche i voti presi dai partiti della coalizione che non superano lo sbarramento. Può succedere quindi di avere una coalizione formata da 6 partiti dei quali 5 prendono il 4% ed il sesto prende il 18%. In questo caso la coalizione prende il 38% ma i primi cinque partiti sono fuori. Il sesto, con il 18% dei voti, prende il 54% dei seggi e Governa da solo;
  • al limite, quindi, si può avere una coalizione formata da 9 partiti di cui 8 prendono il 4% ed il nono prende il 5,5% dei voti: quest'ultimo va a governare da solo con il 54% dei seggi...
  • se poi nessuna coalizione o singolo partito supera il 37%, i primi due raggruppamenti vanno al ballottaggio: in questo caso il vincitore prende il 51% dei seggi, ossia 321, e va quindi a governare con una maggioranza risicatissima (6 seggi in più della metà, 23 in più dell'opposizione).

Al di là di tutto, è evidente che non è proprio la legge migliore che si potesse fare: la mano di Berlusconi si vede eccome!

giovedì 10 aprile 2014

La Grecia è fallita!

Molti sostengono che in questo momento di crisi mondiale ai paesi deboli come l'Italia non resta altro che affidarsi in tutto e per tutto alle direttive dell'Unione Europea, la quale farà di tutto per evitarne il fallimento, che non conviene a nessuno, come è successo per la Grecia.

E' importante quindi essere coscienti di un fatto: la Grecia è già fallita, ormai da più di un anno.

Uno Stato sovrano che licenzia i propri dipendenti pubblici, chiude la TV nazionale e elimina di fatto l'assistenza sanitaria per i propri cittadini dichiara di non essere in grado di far fronte ai propri impegni, ossia di non poter pagare i propri debiti.

La Grecia non ha effettuato tagli alla spesa corrente, ha tagliato la spesa strutturale, quella per cui l'apparato statale si è impegnato a lungo termine.

Poco importa se il fallimento del paese non è evidente come quello argentino: ciò succede perchè la Grecia ha perso gran parte della sua sovranità nazionale aderendo all'Euro, ed il suo fallimento si configura come quello di un ente locale o di uno stato appartenente ad una repubblica federale.

In questo caso quindi è lo stato federale, l'Europa, ad assorbire parzialmente il fallimento greco: il paese ellenico vive una sorta di liquidazione fallimentare come succede per le imprese private.

Se la Grecia avesse mantenuto la sua sovranità monetaria, a quest'ora avrebbe azzerato i propri debiti e svalutato tantissimo la propria moneta, ma non sarebbe stata costretta a licenziare i propri dipendenti.

E in Italia da qualche giorno si parla di esuberi nella Pubblica Amministrazione...

venerdì 4 aprile 2014

Renzi a Downing Street

Abbiamo un Presidente del Consiglio che dichiara che è un sogno per lui e per tutti andare nell'abitazione del Primo Ministro di un altro paese? - guarda il video

C'è un limite tra la diplomazia e lo zerbinaggio? Sopratutto in un momento in cui mai come prima l'Italia ha bisogno di imporsi sulle altre nazioni Europee per non farsi schiacciare e non ha bisogno di andare a chiedere l'approvazione per le politiche interne.

Il sogno di Renzi é quello di fare il Primo Ministro inglese o italiano?




Chiarezza sull'abolizione delle province

Matteo Renzi ha promesso fin dalla campagna delle primarie l'abolizione delle Province, al fine di semplificare la macchina burocratica degli enti locali e sopratutto di garantire ingenti risparmi alle casse dello stato grazie al taglio dei costi della politica.


Ma già a novembre 2013 la Corte dei Conti smentiva il raggiungimento di tali obiettivi.
Infatti, la relazione redatta della Corte in occasione dell'audizione presso la commissione Affari Costituzionali (leggi il testo integrale) afferma testualmente:

1- "la convivenza della Provincia e della Città metropolitana mette in dubbio l’effettiva realizzazione di risparmi ed anzi, venendo attivato un processo complesso di riorganizzazione, si profilano oneri per la finanza pubblica che la scheda tecnica (...) non prende in considerazione" (pag 3 righe 21-25);

2- Per quanto riguarda i risparmi derivanti dal taglio degli organi politici "è possibile stimare (...) un risparmio annuo oscillante tra i 100 e i 150 milioni di euro, a fronte di circa 8 miliardi di spesa corrente (al netto della spesa per il rimborso dei prestiti) erogati da tali enti" (pag 5, righe 12-16);

3- "con riferimento alle unioni di Comuni, (la legge - ndr) prospetta una riduzione della spesa in quanto non è più prevista la giunta, tra gli organi dell’unione. Invero, non si considera che (...) in luogo della giunta, è previsto il consiglio dell’unione, che è organo di più ampia composizione, comprendendo tutti i sindaci dell’unione, oltre a due consiglieri per ciascun Comune. Quindi si profila una maggiore incidenza degli oneri per il rimborso delle spese per l’attività fuori sede" (pag 8, righe 2-11);

La relazione conclude che:

1 -  "Dal punto di vista finanziario il disegno di legge si basa sull’assunto della invarianza degli oneri in quanto si tratterebbe di un passaggio di risorse e funzioni dalla Provincia ad agli altri enti territoriali. Una costruzione, questa, il cui presupposto appare però tutto da dimostrare nella sua piena sostenibilità. Infatti, non appaiono convincenti anzitutto la contemporaneità tra la progressiva soppressione della Provincia (risparmi) e la istituzione della Città metropolitana (oneri) e in secondo luogo il relativo parallelismo quantitativo" (pag 8, righe 18-23).

2 - "Lo stesso testo del provvedimento, da un lato, prevede una certa sovrapposizione di funzioni tra i due organismi, dall’altro consente, al verificarsi di ipotesi di cui peraltro si potrà avere conto solo ex post (come le opzioni dei singoli Comuni), la sopravvivenza della singola Provincia, con ipotizzabili interferenze e necessari interventi degli enti territorialmente contigui" (pag 8, righe 24-28).

Sulla stessa linea la nota di lettura del Servizio di bilancio del Senato (Marzo 2014-leggi il testo integrale) che afferma:

1- riguardo alla prevista coesistenza di città metropolitane e province nello stesso territorio, che "non sembra potersi escludere che la duplicazione degli enti possa determinare incrementi di spesa" (pag 3, righe 21-26).

2- "Ancora, si osserva che (...) il disegno di legge in esame, demandando allo statuto dell'unione di comuni la definizione del numero di componenti il consiglio dell'unione, potrebbe determinare un aumento del numero dei componenti" (pag 10, righe 1-5);

3- riguardo al precedente punto, la nuova legge prevede "l'innalzamento del numero degli assessori per i comuni fino a 3.000 abitanti e per i comuni tra 3.001 e 10.000 abitanti", anche se prevede che "i comuni interessati provvedano prima di applicare le nuove disposizioni a rideterminare con propri atti gli oneri connessi al fine di assicurare l'invarianza della spesa".

Quest'ultimo passaggio, anche se sembra garantire l'assenza di ulteriori costi, non esclude la possibilità di tagliare altre voci di spesa dei bilanci dei comuni per assegnare nuove poltrone.

E' importante conoscere e diffondere queste informazioni, visto che l'Italia è un paese in cui agli esponenti del governo viene permesso di presentarsi ai mass media dicendo tutto e il contrario di tutto, come in questi casi:






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