Come già spiegato su questo blog, infatti, la stessa BCE ha ammesso che la crisi non é Stata né causata né alimentata dalla fragilità dei conti pubblici di certi Paesi (Italia, Grecia, Spagna, Irlanda e Portogallo), quanto piuttosto dagli errori strutturali commessi dalle Banche private, che non hanno per niente saputo fare il proprio lavoro.
Il Vice-Presidente della BCE Constancio ha ammesso che tante banche private Europee hanno prestato troppi soldi a famiglie ed imprese di Paesi strutturalmente fragili, senza considerare che l'ingresso nell'Euro non trasformava magicamente Italia e Spagna in Germania e Finlandia.
E le banche tedesche sono quelle che più di tutti hanno concesso prestiti nei paesi più deboli subito dopo quelle francesi, diventando grandi creditrici ma rischiando fortemente di non essere più ripagate se la crisi peggiorerà e se alla fine certi paesi saranno costretti ad uscire dall'Euro.
Bagnai sostiene che la Germania ha tutto l'interesse a favorire le politiche deflazionistiche, o comunque a lottare con tutte le forze contro l'inflazione, la quale svaluterebbe la moneta diminuendo il valore dei crediti ancora detenuti dalle proprie banche, malgrado le stesse banche tedesche abbiano fatto di tutto negli ultimi anni per liberarsi dei prestiti erogati nei paesi più fragili dell'Eurozona.
Il grafico seguente mostra l'esposizione delle Banche private tedesche verso i suddetti paesi, ossia il valore dei prestiti/mutui erogati o dei titoli di credito (obbligazioni private/titoli pubblici) acquistati in Italia, Grecia, Spagna, Irlanda e Portogallo (fonte: Bank for International Settlements Statistics).
Come si vede dal grafico, dal 2008 le banche tedesche hanno cominciato a liberarsi massicciamente dei crediti detenuti in quei paesi (vendendo i titoli di credito o non rinnovando finanziamenti in scadenza o semplicemente non concedendo nuovi prestiti). Se le stesse hanno quasi azzerato la loro esposizione verso la Grecia, rimangono ad oggi esposte per circa 110 miliardi di dollari verso la Spagna e circa 130 miliardi di dollari verso l'Italia.
Se analizziamo l'esposizione in base alla tipologia di soggetto finanziato, vediamo come le banche tedesche abbiano ridotto principalmente l'esposizione verso i privati cittadini (Grafico 1), e quella verso le banche (Grafico2)
Grafico 1 - esposizione banche tedesche verso privati in altri paesi (fonte:BIS) |
Grafico 2 - esposizione banche tedesche verso banche straniere (fonte:BIS) |
Risulta infatti come solo dalla fine del 2010 l'esposizione verso i privati sia diminuita del 67% per l'Irlanda e del 46% per la Spagna, paesi verso cui erano maggiormente esposte; quella verso le banche si é ridotta sopratutto per quelle portoghesi (-83%), quelle irlandesi (-68%) e quelle italiane (-60%).
L'esposizione verso il settore pubblico (Grafico 3), invece, é rimasta piuttosto stabile (Irlanda e Portogallo) o in alcuni casi è aumentata (Spagna e Italia).
Grafico 3 - esposizione banche tedesche verso settore pubblico di altri paesi (fonte:BIS) |
Per quanto riguarda la Grecia, dal grafico si nota come le banche tedesche tra il 2011 ed il 2012 si siano liberate praticamente di tutti i titoli di stato greci in loro possesso (-95% in meno di due anni).
La politica del governo tedesco è ancor meglio comprensibile se si considera il grafico sottostante, presentato sempre da Vitor Constancio durante il suo discorso, che indica l'indebitamento o l'accreditamento netto di diversi paesi europei (in percentuale del PIL):
Dal grafico è evidente come dal 2002 la Germania sia l'unico tra i paesi considerati ad affermarsi come creditore netto del resto del mondo, ossia a prestare più soldi di quanti non ne riceva in prestito.
Il richiamo continuo a politiche deflazionistiche di austerità mostra quanto la Germania sia orientata a fare prima di tutto gli interessi delle proprie banche (a breve termine comunque), sforzandosi di proteggere i propri crediti anche a costo di distruggere la domanda interna dei propri mercati di sbocco.
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