venerdì 20 marzo 2015

La BCE l'ha già ammesso: la crisi é colpa delle Banche, non dei Governi spendaccioni!

Mentre i media, la Commissione Europea, i Governi e gli altri organismi tecnici Europei ci fanno pesare ancora oggi il fatto che la crisi economica dipenderebbe il larga parte dall'insostenibilità dei debiti pubblici nazionali, propugnando misure di austerità che contribuiscono ad aggravare la crisi stessa, ogni tanto qualcuno all'interno degli stessi organismi riesce a fare un'analisi un po' più lucida.


Nel suo discorso Constancio dice testualmente che "la prima analisi della crisi, corretta progressivamente dagli accademici ma ancora popolare tra alcuni segmenti di popolazione, dice che alcuni paesi periferici dell'Unione Europea non hanno rispettato le regole fondanti dell'Unione Monetaria, in particolare il Patto di Stabilità e Crescita, generando la crisi del debito nazionale." Questa indisciplina fiscale avrebbe "portato ad un surriscaldamento economico, ad un incremento di salari e prezzi e ad una conseguente perdita di competitività, con effetti negativi sulle bilance dei pagamenti".

La prima osservazione che verrebbe da fare a Constancio è che la popolazione crede ancora a questa prima versione dei fatti perché nessuno gli ha detto che gli accademici l'hanno rivista, perché Draghi insiste molto su questo punto e perché i media sono incapaci di selezionare le notizie e diffondere la verità.

In ogni caso Constancio continua affermando che questa visione "non è corretta" per due motivi:

1- Perché non esiste una relazione diretta tra la gestione dei conti pubblici nazionali, il rispetto dei Patti Europei e lo spread sui titoli di stato dei vari Paesi Europei (e di questo abbiamo già parlato su questo blog);

2- Perché nei primi anni della moneta unica non tutti i Paesi che ora sono in difficoltà hanno effettivamente aumentato i loro debiti pubblici.

Per Constancio, e quindi per la BCE, la crisi ha avuto origine dall'aumento incontrollato dell'indebitamento privato (famiglie e imprese) sopratutto nei paesi del Sud Europa: il successivo e improvviso scoppio della crisi finanziaria americana ha ridotto le entrate fiscali ed ha costretto i governi ad aumentare le spese sociali causando un aumento dei debiti pubblici.

Udite Udite!! per la BCE non siamo più i soliti paesi indisciplinati del sud-europa (Irlanda esclusa), che sono spendaccioni e vivono al di sopra delle loro possibilità! 

Del resto, come si vede dal grafico seguente (Fonte:Eurostat), i debiti pubblici dei paesi europei più fragili esplodono tutti simultaneamente tra il 2008 ed il 2009, quando gli effetti della crisi dei mutui sub-prime americani investe l'Europa. In più fino al 2007 Spagna e Irlanda avevano tenuto il proprio debito al di sotto del limite del 60% del PIL imposto da Maastricht, rispettando gli impegni senza spendere e spandere: malgrado cio', quando è arrivato uno shock dall'esterno i loro debiti sono esplosi (della serie tutti uniti con una sola moneta non dovevamo essere più forti?)



Perché é successo questo? Perché con l'unione monetaria le Banche hanno avuto più facilità ad aumentare la propria attività verso tutti gli altri paesi Europei: da un lato quindi le famiglie e le imprese con l'entrata nell'Euro hanno incontrato maggiore facilità ad ottenere prestiti, ed aspettandosi maggiore crescita e stabilità promesse dai Governi grazie all'Euro hanno anticipato i loro consumi e investimenti (magari semplicemente chiedendo un mutuo per la casa).

Italiani, Spagnoli, Greci, Portoghesi, Irlandesi si sono trovati improvvisamente a disposizione molte più risorse, tanta più fiducia da parte delle banche e si sono illusi che il solo fatto di essere entrati nell'Euro avesse improvvisamente trasformato i loro paesi in tante Germanie, France, Finlandie e Olande.

Questo fenomeno é dimostrato da Constancio con i grafici seguenti: quello a sinistra mostra quanto maggiore sia stata la crescita dell'attività bancaria nei paesi fragili (linea blu) piuttosto che nei paesi più forti (linea rossa), quello a destra mostra la crescita dei prestiti ai privati nei paesi più deboli:




A questo punto Constancio punta il dito giustamente sulle banche, colpevoli di non aver calcolato doverosamente il rischio di prestare a privati residenti in paesi molto differenti con caratteristiche economiche molto eterogenee, compiendo probabilmente lo stesso errore di valutazione fatto da famiglie e imprese.

Gli Stati avrebbero potuto evitarlo? Si, forse, dichiara Constancio, ma con politiche fiscali restrittive massicce che avrebbero dovuto portare in alcuni casi il bilancio dello Stato in surplus (vedi il Portogallo) e "nessuno all'epoca raccomando' questi interventi né penso' che fossero possibili".

La BCE conferma finalmente l'enorme responsabilità delle Banche private nel causare la recessione che stiamo attraversando:
-  hanno sbagliato a valutare il rischio dei prestiti nei paesi del sud-Europa;
- hanno sbagliato a valutare il rischio degli investimenti nei titoli spazzatura legati ai mutui sub-prime americani;
-  una volta scoppiata la crisi hanno spostato i loro investimenti verso i titoli di Stato, mentre i loro Stati erano costretti ad aiutarle aumentando i propri debiti, e peggiorando di nuovo la situazione degli investimenti delle Banche;

Loro ammettono, ma poi continuano a spingere i Governi ad attuare nuove misure di austerità, che significa solo FAR PAGARE AI CITTADINI GLI ERRORI DELLE BANCHE, e Governi ciechi come quello Italiano rispondono signorsi e compiono oscenità come il decreto IMU-Bankitalia!

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