Internet e le più avanzate tecnologie di
comunicazione ci permettono di scambiarci informazioni a velocità inaudite:
invece di concentrarci sull’utilizzo di questi strumenti per spostare la propria vita su Facebook o per
giocare a Ruzzle, pensate a quanto potremmo fare per aumentare la
partecipazione di tutti alla gestione della cosa pubblica.
Si potrebbe arrivare al punto in cui ogni cittadino
possiede un proprio spazio virtuale, unico e protetto, creato su un sito del
governo, da cui può votare con un clic da casa per dare il proprio parere,
vincolante o meno, su proposte di legge a livello nazionale o locale (ci sono già state proposte a riguardo da parte del Movimento 5 Stelle).
In più, grazie
ad internet si potrebbe avere un quadro socio-economico chiaro e istantaneo di
tutto un paese, se si chiede ad ogni cittadino di segnalare informazioni
riguardo il proprio status familiare, la propria condizione lavorativa, la
propria salute, garantendo ovviamente la
privacy.
Si potrebbe sapere in tempo reale quanti sono
effettivamente i disoccupati, quanti i malati, quali difficoltà incontrano le
coppie e le famiglie in genere. E si
potrebbe sapere in tempo reale di cosa ha realmente bisogno ogni singolo
individuo, in termini di beni e servizi.
Un modo di vivere del genere, una società gestita in
questo modo, potrebbe permetterci di abbandonare definitivamente l’economia di
mercato, scivolando gradualmente,
pacificamente e automaticamente in una vera e pura economia socialista,
dove grazie alle informazioni disponibili in tempo reale è finalmente possibile
orientare la produzione in maniera collettiva senza doversi
affidare ai meccanismi individualisti, inefficienti e disordinati che derivano
dall’incontro tra domanda e offerta.
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