giovedì 14 febbraio 2013

Tecnologia per dire addio all’economia di mercato


Internet e le più avanzate tecnologie di comunicazione ci permettono di scambiarci informazioni a velocità inaudite: invece di concentrarci sull’utilizzo di questi strumenti per spostare la propria vita su Facebook o per giocare a Ruzzle, pensate a quanto potremmo fare per aumentare la partecipazione di tutti alla gestione della cosa pubblica.

Si potrebbe arrivare al punto in cui ogni cittadino possiede un proprio spazio virtuale, unico e protetto, creato su un sito del governo, da cui può votare con un clic da casa per dare il proprio parere, vincolante o meno, su proposte di legge a livello nazionale o locale (ci sono già state proposte a riguardo da parte del Movimento 5 Stelle).

In più, grazie ad internet si potrebbe avere un quadro socio-economico chiaro e istantaneo di tutto un paese, se si chiede ad ogni cittadino di segnalare informazioni riguardo il proprio status familiare, la propria condizione lavorativa, la propria salute, garantendo ovviamente la privacy.

Si potrebbe sapere in tempo reale quanti sono effettivamente i disoccupati, quanti i malati, quali difficoltà incontrano le coppie e le famiglie in genere. E si potrebbe sapere in tempo reale di cosa ha realmente bisogno ogni singolo individuo, in termini di beni e servizi.

Un modo di vivere del genere, una società gestita in questo modo, potrebbe permetterci di abbandonare definitivamente l’economia di mercato, scivolando gradualmente, pacificamente e automaticamente in una vera e pura economia socialista, dove grazie alle informazioni disponibili in tempo reale è finalmente possibile orientare la produzione in maniera collettiva senza doversi affidare ai meccanismi individualisti, inefficienti e disordinati che derivano dall’incontro tra domanda e offerta.

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